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Rettifica atto notarile: costi e modalità di correzione

Quando si parla di interventi da effettuare sugli atti notarili bisogna muoversi con grande cautela, nel rispetto delle indicazioni fornite dalla legge, allo scopo di evitare che l'atto stesso possa essere impugnato ed eventualmente annullato.


È certamente più semplice effettuare modifiche su un atto notarile aperto, cioè redatto dal pubblico ufficiale ma non ancora sottoscritto né dal notaio né dalle parti. La legge notarile, infatti, consente in casi del genere l'utilizzo delle postille. Si tratta della possibilità di sostituire e aggiungere parole o addirittura intere frasi all'atto. È, importante, però non cancellare ciò che viene rimosso in quanto gli atti notarili non possono essere oggetto di cancellature o abrasioni. Ciò in quanto gli atti devono avere una piena ed efficace funzione probatoria, anche rispetto a ciò che viene sostituito tramite postille.


E se, invece, un atto è stato già chiuso e, dunque, sottoscritto da tutte le parti? È possibile effettuare la rettifica di un atto notarile? La risposta è sì ma ci sono alcune considerazioni e precisazioni da fare. Prosegui nella lettura dell'articolo per saperne di più.


rettifica atto notarile


Come avviene la rettifica di un errore in un atto notarile?


La rettifica tradizionale consente di effettuare modifiche su elementi sostanziali dell'atto, nel rispetto dei diritti acquisiti dai terzi. Alle parti interessate viene, però, chiesto di esprimere un nuovo consenso contrattuale, in seguito al quale viene sottoscritto un nuovo atto che va a rettificare quello precedente.


L'articolo 59 bis della legge notarile, inoltre, permette al notaio, tramite una certificazione redatta in forma di atto pubblico, di correggere ciò che è frutto di un mero errore materiale e compilativo. Ci riferiamo a tutti quegli elementi di tipo descrittivo che sono stati riportati erroneamente ma che sono preesistenti all'atto e facilmente reperibili.


In questo caso, addirittura il notaio può effettuare la rettifica anche in assenza delle parti che in origine hanno sottoscritto il contratto. Del resto, in questa specifica circostanza, non si interviene sulle volontà delle parti e non vengono modificati i termini del contratto ma vengono effettuate solo correzioni formali.


Un ulteriore aspetto interessante e che vale la pena sottolineare è che la rettifica può essere effettuata anche da un notaio diverso rispetto al pubblico ufficiale che ha stipulato l'atto da modificare. Pensiamo a tutti quei casi in cui il notaio che ha redatto l'atto originario sia andato in pensione oppure abbia cambiato distretto notarile. Grazie a questa possibilità, le parti possono rivolgersi a qualsiasi notaio per le operazioni di rettifica.

Quali atti possono essere rettificati?


La rettifica può riguardare sia gli atti pubblici che le scritture private autenticate. È bene, però, precisare che non tutti gli atti pubblici possono essere rettificati da un notaio. Ad esempio, un provvedimento emesso da un'autorità giudiziaria non può certo essere modificato da un notaio. Possono essere, ad esempio, rettificati dal notaio:



Non è possibile, invece, rettificare un testamento olografo, in quanto in questo caso ci riferiamo ad un documento che il testatore ha scritto di proprio pugno e che non è stato autenticato da un notaio.


Esempi di errori negli atti notarili


In ambito immobiliare, nella maggior parte dei casi gli errori si riferiscono a:


  • Inesattezze nei dati catastali (ad esempio, un numero di particella errato o l’indicazione sbagliata del foglio catastale);
  • Errori nei dati anagrafici delle persone coinvolte (ad esempio un codice fiscale incompleto o una data di nascita non corretta);
  • Trascrizione inesatta dell’importo di un pagamento o mancata indicazione di un riferimento bancario.


Situazioni analoghe si riscontrano anche in ambito societario, ad esempio nella costituzione di una nuova società, sia di persone che di capitali: si possono riscontrare refusi nella denominazione sociale, nella sede legale o nell’indicazione del capitale sociale. In ambito familiare, come nei testamenti, un errore materiale potrebbe consistere nell’indicare erroneamente il nome di un erede o un bene da assegnare, pur senza alterare la volontà testamentaria.


In tutti questi casi, è possibile procedere con una rettifica notarile che ha il solo scopo di correggere l’errore senza modificare il contenuto sostanziale dell’atto. Qualora, invece, la correzione comporti un cambiamento della volontà delle parti, sarà necessario stipulare un nuovo atto.


Errori non rettificabili


A differenza degli errori materiali o di compilazione, esistono errori che incidono direttamente sul contenuto sostanziale dell’atto e sulla volontà delle parti. In questi casi, la semplice rettifica notarile non è sufficiente: è necessario stipulare un nuovo atto, con il consenso di tutte le parti coinvolte.


Un esempio tipico è la modifica del prezzo in una compravendita immobiliare. Se nell’atto è indicato un importo diverso da quello effettivamente pattuito (ad esempio 150.000 euro invece di 180.000) non si tratta di un errore meramente materiale, ma di un elemento essenziale del contratto. Pertanto la correzione richiede un nuovo accordo formalizzato davanti al notaio.


Lo stesso vale in ambito societario, quando si rende necessario modificare l’entità del capitale sociale (riducendolo o aumentandolo) o la quota versata da ciascun socio: trattandosi di elementi fondamentali nella costituzione o nella modifica di una società, ogni variazione comporta una nuova manifestazione di volontà. Anche in ambito successorio, non è possibile rettificare un testamento se la correzione riguarda l’entità del lascito destinato a un erede.


Quanto costa la rettifica di un atto notarile?


La rettifica di un atto notarile comporta il versamento di alcuni costi fissi. In particolare, è prevista un’imposta di registro pari a 200 euro, a cui si aggiungono le imposte ipotecaria e catastale, ciascuna dell’importo di 50 euro. Si tratta di oneri standard, in quanto l’atto di rettifica non ha valore economico diretto e non determina né trasferimenti né costituzioni di diritti reali. A questi importi va inoltre aggiunta la tassa d’archivio. Nel caso in cui l’atto da correggere sia stato stipulato prima del 2014, è necessario considerare anche l’imposta di bollo, pari a 155 euro.


Oltre a queste imposte, va considerato anche l’onorario del notaio, che può variare in base alla complessità dell’atto da rettificare, al tempo richiesto e agli eventuali approfondimenti da svolgere. Si tratta di un compenso libero e soggetto ad accordo tra le parti e il professionista.


In tal senso, ti consigliamo di confrontare le tariffe proposte da più notai, così da scegliere quella per te più conveniente. A tal proposito puoi utilizzare la nostra piattaforma Prezzinotaio.it, sito web che ti aiuta velocemente a trovare un notaio della tua città e a richiedere un preventivo notarile. Ti basterà inviare una richiesta sul nostro sito. Riceverai senza impegno e senza alcun costo un preventivo che comprende sia le tasse sia la parcella del notaio.


Per quanto riguarda la ripartizione delle spese, in caso di rettifica di una compravendita, è prassi che gli oneri siano sostenuti dall’acquirente. In altri tipi di atti, invece, il costo spetta normalmente alla parte che ha richiesto la rettifica. Nulla vieta, comunque, che le parti si accordino diversamente sulla suddivisione delle spese.

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