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Apertura cassetta di sicurezza e successione: cosa c'è da sapere?

Per evitare di custodire all'interno delle mura domestiche beni di considerevole valore, molte persone preferiscono acquistare in banca una cassetta di sicurezza. Si tratta, dunque, di un servizio erogato dagli istituti di credito, previa sottoscrizione di un apposito contratto, i quali mettono a disposizione una o più cassette di sicurezza all'interno dei propri caveau.


La cassetta di sicurezza è segreta, di conseguenza la banca non può verificarne il contenuto. Per potervi accedere è necessario l'utilizzo di due chiavi: una in possesso del cliente, un'altra detenuta dalla banca. Nel momento in cui il cliente accede alla cassetta può prelevare parte dei beni ivi presenti, depositarne ulteriori oppure semplicemente verificarne il contenuto. Ma cosa accade nel momento in cui l'intestatario o cointestatario della cassetta viene a mancare? Prosegui nella lettura dell'articolo per saperne di più.


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Cosa fare dopo il decesso dell'intestatario della cassetta?


In primo luogo, è necessario rivolgersi all'istituto di credito presso il quale è stato sottoscritto il contratto per l'apertura della cassetta di sicurezza e comunicare il decesso dell'intestatario. Successivamente, conviene contattare un notaio oppure un funzionario dell'Agenzia delle Entrate. Qualora si opti per quest'ultima strada, bisognerà interfacciarsi con l'agenzia territorialmente competente e richiedere l'apertura direttamente oppure tramite l'intervento della banca.


L'apertura di una cassetta di sicurezza con il notaio o con il funzionario dell'Agenzia delle Entrate è obbligatoria ogni volta che si verifica il decesso dell'intestatario o di un cointestatario. Oltre alle due figure poc'anzi menzionate, potrebbe essere necessaria la presenza di un perito che avrà il compito di stimare il valore dei beni rinvenuti all'interno della cassetta e redigere il relativo verbale.


Chiaramente, potrebbe esserci l'esigenza di ricorrere ad un perito qualora la cassetta contenga beni il cui valore sia difficile da stimare (pensiamo, ad esempio, ad oggetti d'oro). Se la cassetta contiene esclusivamente denaro contante si potrebbe anche fare a meno di questa figura professionale.


Questo passaggio è molto importante perché permetterà poi di calcolare con maggiore precisione le tasse da pagare per la successione. Del resto, anche i beni contenuti nella cassetta di sicurezza contribuiranno alla costituzione dell'asse ereditario, congiuntamente a beni di diverso genere, sempre facenti capo al defunto (ad esempio immobili, autovetture etc.).


Sia l'inventario che il verbale andranno, infatti, allegati alla dichiarazione di successione che bisognerà presentare all'Agenzia delle Entrate di competenza. Pertanto, una copia del verbale viene consegnata alla banca, un'altra all'erede. Dopo la trasmissione della dichiarazione di successione, si potrà eseguire lo svincolo della cassetta e degli altri attivi bancari. Questo vuol dire che, a seguito della redazione dell'inventario, i beni dovranno nuovamente essere rinchiusi nella cassetta di sicurezza, almeno fino a quando non sarà stata presentata la dichiarazione di successione.


Chiaramente, è fondamentale che il soggetto che richiede l'apertura della cassetta di sicurezza sia in possesso delle chiavi della stessa. Qualora così non fosse, bisognerebbe rivolgersi ad un fabbro e procedere alla cosiddetta apertura forzata.


Quanto costa aprire una cassetta di sicurezza per una successione?


I costi dipendono principalmente dalla tipologia di professionista che viene scelto per l'apertura. Il funzionario dell'Agenzia delle Entrate eroga la prestazione gratuitamente mentre il notaio richiederà sicuramente un onorario. Bisogna, poi, tenere conto del costo del perito, generalmente variabile a seconda dei beni rinvenuti all'interno della cassetta.


Per quanto concerne la parcella del notaio non è possibile fornire riferimenti precisi. L'onorario sarà inevitabilmente legato anche alla complessità dell'operazione e, dunque, alla tipologia di lavoro da svolgere. È consigliabile chiedere un preventivo a più notai, così da poterli più facilmente confrontare per poi scegliere il pubblico ufficiale più conveniente ed economico. Se non hai un notaio di fiducia a cui rivolgerti puoi inviare una richiesta su Prezzinotaio.it. Riceverai in breve tempo un preventivo da parte di uno o più notai della tua città.


Ricordiamo che, sebbene non sia obbligatoria, molti cittadini preferiscono farsi assistere da un notaio anche per quanto concerne l'invio della dichiarazione di successione. Parliamo, infatti, di un adempimento di carattere fiscale molto delicato. Dunque, avvalersi di un soggetto esperto ed in grado di occuparsi al meglio di tutti gli adempimenti e delle verifiche da svolgere può essere senz'altro di grande aiuto. Per maggiori dettagli leggi il nostro articolo di approfondimento sulle tariffe dei notai per le successioni.


La consulenza del notaio permetterà, tra l'altro, di saperne di più anche rispetto alle imposte da pagare sulla cassetta di sicurezza e, in generale, sulla successione. Ricordiamo, infatti, che la nostra normativa prevede che la dichiarazione di successione vada presentata sempre se in eredità ricadono beni immobili o, comunque, diritti reali immobiliari. In caso contrario, gli eredi potrebbero anche essere esonerati da questo adempimento, a condizione che la base imponibile dell'eredità sia inferiore a 100.000 euro.


In tutti gli altri casi, gli eredi dovranno farsi carico dell'imposta di successione, con aliquote che variano dal 4 all'8% a seconda del grado di parentela. Chiaramente, sarà importante individuare anche la tipologia di successione che bisognerà aprire dopo la morte del de cuius. È molto più semplice gestire una successione legittima poiché regolata esclusivamente dalla legge. Di contro, la questione potrebbe complicarsi in presenza di una successione testamentaria e cioè di un documento che il de cuius ha redatto prima della sua morte e al cui interno ha riportato le sue volontà rispetto alla futura suddivisione del suo patrimonio.

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